Dalla toga alla pala: vi presentiamo Paolo Cannarella, l’avvocato pizzaiolo

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Attraversando per tutta la sua lunghezza corso Vittorio Emanuele a Noto, dove si concentra buona parte della bellezza della capitale del Barocco siciliano, si arriva ad un certo punto ad un locale molto apprezzato dai turisti ma soprattutto dagli autoctoni, la “Casa matta“.

Ad accoglierci una scalinata, indispensabile per scendere e ritrovarsi così in un ambiente elegante, sobrio, con un’ampia veranda a vetri e due salette piccole ma molto ben curate, con al centro il forno e la linea della pizzeria, il fiore all’occhiello della “Casa matta”.

Proprio davanti al forno, alle prese con i panetti da allargare e i condimenti delle comande, troviamo l’avvocato Paolo Cannarella, chiamato non a dirimere chissà quali controversie tra il locale e avventori insoddisfatti ma, più semplicemente, impegnato nel fare il pizzaiolo.

Paolo, ammettiamo che pur non essendo certo la prima volta, un avvocato che appende la toga al chiodo per indossare il grembiule da pizzaiolo non è storia di tutti i giorni…

E che vi devo dire: al cuore non si comanda e nel lavoro, così come nella vita, le scelte devono essere fatte prima con il cuore!

Da quanto tempo hai smesso di svolgere la professione forense per dedicarti alla ristorazione?

Dal dicembre del 2014 ho deciso di dedicarmi completamente alla pizzeria e sebbene il lavoro sia sempre molto duro, in realtà io e la mia famiglia ci sentiamo più sereni e appagati, con meno stress ma soprattutto con più soddisfazioni e gioie. Forse solo all’inizio c’è stata un po’ di delusione da parte dei miei genitori, ma, d’altronde, come non capirli…

Sei un autodidatta?

La mia passione è sempre stata quella per i grani, in particolare quelli antichi di Sicilia che per fortuna ormai si stanno riscoprendo e usando sempre più spesso, ma ho anche frequentato dei corsi professionali sia in Campania sia in Sicilia.

Abbiamo assaggiato le tue pizze e, onestamente, pur essendo squisite non siamo riusciti a classificarle del tutto, perché dall’aspetto sembrano le classiche napoletane con il cornicione alto ma al gusto esplode letteralmente la Sicilia…

Ed è esattamente l’effetto che volevo ottenere, componendo un mix di farine fatto apposta per unire il meglio della tradizione campana al gusto fortemente connotato e “vigoroso” degli impasti della nostra isola, con la pasta madre, la semola di grano duro e una lievitazione in cella a temperatura controllata mai inferiore alle 48 ore. Cosa che di fatto non ci permette mai di superare i 120 panetti al giorno.

Un artigiano è anche un imprenditore: come è nata l’idea della “Casa matta”?

Insieme al mio socio abbiamo usufruito dei finanziamenti per le startup di Invitalia, dando così vita al nostro sogno, quello di una pizzeria siciliana di eccellenza, con materie prime del territorio e di livello, a costi contenuti e accessibili ai più. La scelta di un contesto come quello di Noto è dovuto sia al prestigio della città sia al suo boom turistico di questi ultimi anni che l’ha resa un polo attrattivo capace di attirare sia i visitatori stranieri sia gli stessi siciliani.

Prima di chiudere l’intervista, non potevamo non lasciarvi con le foto di alcune delle pizze gustate insieme ai nostri amici, in modo da far rendere l’idea almeno da un punto di vista visivo; per il profumo e per il sapore invece fidatevi di chi scrive, di sicuro ne rimarrete affascinati!

 

 

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Direttore responsabile di Gusto News

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