Roseto Capo Spulico, roccaforte dei templari

L’Alto Ionio calabrese: mare smeraldino, spiagge di ciottoli e monumenti per rievocare antiche storie.

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L’Alto Ionio calabrese di Roseto Capo Spulico: mare smeraldino, spiagge di ciottoli e monumenti per rievocare antiche storie.

Oggi visiteremo Roseto Capo Spulico, meta scelta per chi ama vacanze rigeneranti tra mare e colline, arte e buona tavola.

Il nome Roseto deriva dal latino rosetum; l’area in età greca era una sorta di giardino reale, poiché destinata alla coltura di rose, i cui profumati petali erano utilizzati dalle nobili signore di Sìbari, come riempimento per comodi guanciali, trazione mantenuta in epoca romana.

Alla fine del XVIII secolo, si unirà alla denominazione Roseto anche Capo Spulico, località che delimita fisicamente il golfo di Taranto da quello di Corigliano.

La costa di Roseto è dominata dal castello normanno (XI secolo), costruito sui resti di un precedente monastero (X secolo); esso è avvolto dal mistero, legato al nome dei Templari e dei Rosacroce, per i simboli alchemici, la rosa e il giglio, rappresentati in alcune aree della roccaforte.

Il centro storico di Roseto è un piccolo borgo medievale, bello a tal punto da spingere visitatori svedesi, ad acquistarne dei locali che hanno ristrutturato per trascorrervi l’estate, godere della vista sul mare e trovare riparo la sera dall’arsura.

Il borgo si trova posto su un’altura ed è costituito da vicoli strettissimi che a sorpresa, tra una casa privata e un monumento, ci regalano meravigliosi scorci sul mare.

Tra i monumenti che ci hanno colpito per la sua evocativa bellezza, vi invitiamo a visitare la chiesa di Santa Maria della Consolazione (XVI secolo), gioiellino d’arte sacra che mostra la perizia dei mastri locali nel lavorare la pietra con sobrietà e duratura eleganza; essa è situata sulla parte alta del borgo e si affaccia su in una piazzetta da cui è possibile ammirare un delizioso panorama collinare.

La chiesa conserva nella facciata principale, da cui si erge un campanile a vela, i resti di un antico sarcofago raffigurante un vescovo. L’interno è a navata unica e le pareti laterali sono arricchite da affreschi.

Molte le delizie che i rosetani offrono ai ricercatori del gusto, non soltanto d’estate: il connubio tra mare e colline, spesso, trova un riflesso nella tradizione culinaria locale.

Prodotti tipici sono le ciliegie e i piselli, quest’ultimi raccolti in primavera. Uniti alle seppie si ottiene piatto plasmato da sapori e da odori, che solo la vicinanza allo Ionio può conferire.

Buona la sardella rosetana, pesce novello macerato con olio e aromi vari, tra cui spicca il peperoncino. Viene definito “il caviale dei poveri”: vi assicuriamo che steso su una croccante bruschetta di pane casereccio, è un cibo da “re dei golosi”.

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